Proposta Rousseau: ripristino del voto obbligatorio
Titolo: Ripristino del voto obbligatorio
Descrizione: Voto nazionale, regionale e comunale obbligatorio per chi ne esercita il diritto
Scopo:
Combattere l'astensionismo e il lassismo nei confronti della politica.
È dovere morale di ogni cittadino esprimersi sulle sorti del Paese: l'Italia ha bisogno di una maggiore e migliore rappresentanza.
L'astensionismo è un problema sempre più dirompente nel nostro Paese.
Nelle elezioni siciliane abbiamo visto esercitare il voto da circa il 40% degli aventi diritto, nelle politiche del 2013 un cittadino su quattro non si è espresso alle urne, e le previsioni per il 4 marzo sono ancora più allarmanti: l'astensionismo si aggirerà sul 30-35% dell'elettorato.
Ripristiniamo il voto obbligatorio: gli italiani devono partecipare alla vita politica del Paese, esserne protagonisti almeno alle urne.
Il Movimento 5 Stelle si batte per la democrazia diretta, ma è fondamentale che tutti esprimano le proprie preferenze, affinché il governo nazionale e locale possano rappresentare realmente la volontà popolare.
Chi non esercita il voto non sta esprimendo una non-preferenza, sta delegando tale esercizio a un suo concittadino.
Con l'applicazione del voto obbligatorio, è dovere tutelare l'elettore in ogni circostanza: la giustificazione del voto per l'assenza (anche parziale) dalla giornata lavorativa, deve essere valida sia per i dipendenti privati che per i dipendenti pubblici.
Sovvenzioniamo il costo dei trasporti per gli elettori fuori sede, promuoviamo la pubblicità sui canali nazionali durante il periodo pre-elettorale.
Limitazioni legislative:
Con la riforma del 1993, è stato abolito quanto espresso in materia dal DPR 361/57.
Situazioni giuridiche rapportabili:
In Australia dal 1924 è obbligatorio votare alle elezioni federali.
Situazione alquanto simile (tenuto conto delle diverse forme di governo) in Belgio, Lussemburgo, Argentina e circa altri 20 Stati.
Riscontro personale:
I cittadini percepiscono la politica come un mondo corrotto e "inguaribile".
Chi cerca di cambiare la politica esprimendo il proprio voto, viene spesso invitato alla rassegnazione, i dibattiti politici tendono a sfociare nel qualunquismo e nella conclusione che "sono tutti uguali".
Nella mia esperienza da diciannovenne, ho potuto constatare in prima persona che tra i giovani vi è la diffusa volontà di non esercitare il diritto al voto, alcuni sono persino disinformati in merito allo schieramento delle principali forze politiche, altri mostrano insofferenza verso qualsivoglia discussione politica.
Con l'obbligatorietà del voto, tutti i cittadini saranno "obbligati" a seguire le vicende politiche del Paese, per poi presentarsi alle urne e compiere una scelta.