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Ricordo di Falcone e dell'ipocrisia di Stato

Ieri durante il corteo antimafia popolare a Palermo abbiamo ricordato Giovanni Falcone e gli agenti della sua scorta, vittime non solo di un vile attentato ma anche di uno Stato che li ha ipocritamente abbandonati.

Contro ogni passerella istituzionale di soggetti più che disimpegnati nella lotta alle mafie, anche quest'anno la società civile è scesa tra le strade e ha ricordato il ruolo di complicità di certi apparati istituzionali e partiti al governo quali Forza Italia.

È stata non una semplice commemorazione ma il ricordo attivo di un eroe di Stato e di quegli insegnamenti traditi soprattutto da questo governo, che a colpi di riforme e dichiarazioni intimidatorie mira a indebolire l'indipendenza della magistratura e la sua capacità di azione.

Questo esecutivo mira a reprimere ogni spazio dissenso come dimostrato proprio il 23 maggio scorso, ai danni di questo stesso corteo come mai avvenuto in passato.

Non dimentichiamo il ruolo di complicità del nostro Paese con Israele, che attualmente sta perpetrando un genocidio a Gaza ed estendendo la sua folle operazione militare in Cisgiordania, con nuove vittime civili anche su quel fronte.

La resistenza è rivolta non solo nella lotta alle mafie ma contro ogni forma di oppressione: dobbiamo prendere consapevolezza che la classe politica e dirigente che ci ritroviamo sistematicamente difende e tutela l'oppressore, sia esso un'organizzazione criminale o un governo criminale di una sedicente democrazia del Medio Oriente.

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