Lezioni di laicità a Palermo
Esistono luoghi di preghiera, luoghi privati, abitazioni e associazioni religiose dove esporre croci, santi e santini.
È davvero una gran rottura di coglioni nel 2017 essere ancora vittime morali di questi ultracattolici esibizionisti, che corrono alla difesa di qualsiasi feticcio o "valore pro-vita".
Pro-vita? Esercitare pressione mediatica e psicologica su bambini incapaci di intendere e di volere? Renderli strumento di una ridicola protesta?
Indottrinarli con monologhi oggi contro l'eutanasia, domani contro i gay, un altro giorno sulla libertà (o meglio il dovere) di tappezzare i luoghi pubblici con simboli cristianeggianti?
Se questa è libertà... ma quale libertà si può difendere opponendosi alla decisione di rendere la scuola "un posto laico"?
Ancora in Italia c'è un rapporto 1:1 tra chi è favorevole o contrario a questa iniziativa: rendere la scuola un posto neutrale, né ateo, né anticristiano, né pro-islam.
La strada per la laicità resta un cammino in salita, ma se è potuto iniziare lo dobbiamo anche al preside del Moleti di Palermo, che prende un'iniziativa fuori dal comune, fuori da una regione come la Sicilia, la Calabria o la Puglia.
In una scuola elementare, dove solitamente i genitori svelano il lato più ansioso e apprensivo verso l'educazione dei propri figli... tanto di cappello al preside!
Aggiungo che questa iniziativa probabilmente non si sarebbe intrapresa, se solo gli insegnanti avessero abbandonato l'idea di far pregare i propri alunni a inizio lezione.
Ricordo che è competenza del preside anche punire gli insegnanti.
Io non mi riconosco nella religione cristiana, lo Stato DEVE rappresentarmi alla pari di un credente, anche attraverso l'apparente piccolezza di un luogo sconsacrato, che in alcun modo faccia il tifo per la squadra religiosa o politica di turno.
Lo Stato è un luogo dove tutti devono sentirsi a casa.