Trovo molto interessante (si fa per dire!) la nostra posizione sul 7 ottobre da altoborghesi italiani ed europei che hanno combattuto l'ultima guerra nel 1945 e pontificano sui conflitti internazionali contemporanei.

Eppure durante la Resistenza ci furono vittime civili per mano di partigiani, argomento spesso utilizzato dall'estrema destra per delegittimare chi ha liberato l'Italia dall'oppressione nazifascista, una pratica nota come "cherrypicking" (prendere la ciliegia decontestualizzando un fatto specifico 🍒).

La percezione dell'opinione pubblica è tuttavia differente: la maggioranza degli italiani sulla nostra Resistenza si pronuncia dichiaratamente antifascista anche alla luce di quegli specifici episodi, invece sulla Resistenza Palestinese ci si scandalizza e si chiede con fare molto democristiano a tutte le parti in causa di cessare le violenze, senza distinguo tra oppresso e oppressore, ignari che dalla parte israeliana attualmente non esiste un interlocutore ma solo la volontà di espropriare e sterminare un popolo.

Il tutto recondito di qualche lacrima in più se avviene una strage di cittadini israeliani con la nostra pelle e una cultura simile alla nostra, qualche lacrima in meno tutto sommato per le stragi che quotidianamente coinvolgono migliaia di civili palestinesi musulmani con abiti e idee di società così distanti dalle nostre.

Si ignora un'importante analogia tra le due Resistenze: ci fu in Italia il Comitato di Liberazione Nazionale che includeva soggetti politici che spaziavano dal socialcomunismo al repubblicanesimo di destra, in Palestina oltre Həməs ci sono circa 14 fazioni in lotta anche di orientamento laico e socialista.

Questo è il doppio standard occidentale che penetra nei luoghi e negli ambienti politici e di opinione più impensabili, è nostro dovere riconoscerlo e contrastarlo.

Mediate gente, meditate.
E non sentitevi immuni da questa deriva perché "viviamo in una società".