Matomo
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Ha vinto Israele

Israele è senza dubbio il vincitore delle elezioni USA con una maggioranza di 538 su 538 seggi.

Tuttavia la variante petalosa ne esce sconfitta, dunque i Democratici, schiacciati tra l'astensionismo di chi disapprova la complicità nel genocidio in Palestina e l'operazione politica promossa da candidati indipendenti quali Jill Stein, che su piccole percentuali hanno sottratto consensi con un'agenda antisionista e antiliberista.

Ora i liberali de sinistra, ignari della loro condizione ossimorica, grideranno alla deriva fascista senza comprendere di aver contribuito loro stessi (ancora una volta) a tale risultato.

Ebbene sono loro il problema con cui la sinistra, da decenni, deve fare i conti nel panorama politico occidentale: da Tony Blair a Matteo Renzi, l'egemonia neoliberale ha devastato la sinistra dall'interno trasformando i suoi apparati decisionali in enclavi dei grandi interessi privati e del globalismo capitalista.
Basti pensare che la lobby sionista AIPAC ha foraggiato tanto i Repubblicani quanto i Democratici, questi ultimi con una lauta donazione che ammonta almeno a 5,5 milioni di dollari.

Il risultato è aver allontanato i ceti meno abbienti, spesso consegnandoli alla propaganda ingannevole delle destre: quando la sinistra ritroverà il suo animo popolare e smonterà definitivamente ogni apparato liberal-liberista al proprio interno, allora si tornerà a vincere con un consenso reale.

Tuttavia sino ad allora, la vittoria anche dell'avversario più temibile va accettata e preferita alla compromissione etica e ideologica, poiché sul breve termine illude di vincere, sul medio e lungo termine priva di credibilità e logora la fiducia nella democrazia.

Piuttosto, con un pazzo eletto alla Casa Bianca abbiamo l'opportunità storica di rivendicare una politica estera italiana ed europea indipendente, in prospettiva verso un allontanamento dalla NATO che auspico ci porti fuori da essa.

Con la vittoria di Kamala Harris o Donald Trump, gli interessi italiani ed europei erano e rimangono incompatibili con quelli statunitensi, è bene che ne prendiamo consapevolezza.

Come sinistra, come Italia e come Europa, riapproriamoci del nostro destino!

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