Matomo
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Identità

Getta una lingua di fuoco sul mio volto,
illuminami,
una mente così libera e oppressa
non può che appartenere a sé stessa.

Senza un dio,
corre nell'immaginario e fugge dal presente
poi è così confusa
ritorna stanca,
oppiata da falsi miti
felice,
oppiata da finti orrori
triste.

Colpi di metallo rientrano dolcemente
non può che ascoltare,
colpi freddi innocuamente feriscono
non può sopportare,
o turpemente reagire.

Affronta la realtà,
si nasconde nel terrore
è sola,
colpisce duramente ancora,
eccitata trionfa
è sostenuta.

Nulla è rimasto di ciò che le apparteneva,
nulla rimarrà,
può solo rinascere,
per sempre.

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