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Mimmo Lucano come Socrate

Mimmo Lucano come Socrate.

Ad emettere la condanna non è stato un tribunale, ma noi italiani quando abbiamo creato le condizioni (direttamente o indirettamente) per Matteo Salvini di ricoprire una carica importante.

Così oggi, con una sentenza di primo grado determinata da un processo politico, viene colpito e affondato il vero nemico di Salvini: non gli immigrati - funzionali alla sua propaganda - ma il più longevo e apprezzato sistema di accoglienza.
Basti pensare che l'ex sindaco di Riace nel 2016 risultò tra le 50 persone più influenti al mondo secondo la rivista Fortune.

Poteva il capitano della Lega (ora "moderata e liberale") tollerare un nemico così potente?
Poteva il capitano della Lega accettare che gli immigrati fossero allontanati dalle strade, quando la sua propaganda li vuole delinquenti e malfamati?

Del resto, vorrei ricordare che oltre 30.000 immigrati dal 2019 ad oggi sono finiti in mezzo alla strada per la stretta sul rinnovo dei permessi umanitari e per il taglio ai fondi Sprar (che ha determinato migliaia di licenziamenti, povero Di Maio che aveva appena fatto approvare il Decreto Dignità).

Bisogna parlare di Matteo Salvini perché questo processo non avrebbe mai avuto luogo in queste modalità e in queste tempistiche se non fosse diventato Ministro dell'Interno durante il governo gialloverde.

Ad ogni modo, siccome io credo nello Stato e credo che gli apparati autoritari siano soltanto lo specchio della volontà popolare, in quanto influenzati dalla classe politica che eleggiamo anche con il non-voto, voglio fingere che questa sentenza sia giusta e incontrovertibile.
Anzi, voglio fingere che non esista un secondo grado di giudizio né la possibilità di ricorso alla Cassazione, così da rendere felici i garantisti ad personam dediti a quotidiane fiere di ipocrisia e lecchinaggio dei potenti.

State sereni: Mimmo Lucano, come Socrate, berrà la sua cicuta perché questo è il prezzo storico da pagare per difendere i propri scomodi ideali.
Una condanna di 13 anni e 2 mesi forse per delle irregolarità, forse per un nulla di fatto.

Comunque si evolverà il processo, la persona ha vinto.

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