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Dalla parte giusta della storia

Dalla parte giusta della storia, non vi sarà nessuna pace senza sovranità e giustizia al popolo palestinese!

La Palestina è un territorio occupato militarmente e la risoluzione ONU 242/1967 (approvata all'unanimità) definisce le regioni di appartenenza: Israele deve ritirare le proprie truppe "da tutti i territori occupati durante la guerra del 5 giugno 1967".
Da questo enunciato possiamo affermare che i territori di sovranità palestinese sono la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme Est.

Qualsiasi organizzazione laica, islamica, socialista, progressista, conservatrice palestinese che conduce una lotta armata contro Israele sta rispondendo a un'occupazione militare straniera, oltre che a un regime di apartheid verso i cittadini della propria etnia sottoposti a ogni vessazione.

Ovviamente va ribadita massima condanna a qualsiasi attacco contro civili da entrambe le fazioni, quel che quotidianamente avviene ad opera delle Forze di Difesa Israeliane e dei coloni israeliani, nella generale impunità e nel silenzio dei nostri asserviti organi di stampa.

Niente ipocrisia e nessuna frase preconfezionata sulla pace, quando non sussistono i presupposti con un governo sionista ancora più repressivo dei precedenti.

Non applichiamo a Paesi con storie diverse - e alle volte autoritarismi necessari - i criteri di un'Italia e di un'Europa che hanno vissuto due guerre mondiali e la resistenza partigiana, che manifestano comunque il proprio autoritarismo in forme ibride e implicite (vedi caso Assange).

La mia vuole essere una visione spietatamente lucida su una pace impossibile a queste condizioni, che potrà attuarsi soltanto con il riconoscimento della soluzione "due popoli due Stati": fin quando non si raggiungerà questo obiettivo, al popolo palestinese va il nostro sostegno incondizionatamente dal prezzo da pagare.

Ai sostenitori della soluzione "due popoli uno Stato" dico che la situazione Israele-Palestina è sì di apartheid, ma imparagonabile al Sudafrica segregazionista: c'è uno squilibrio demografico tra popolazione di etnia arabo-palestinese ed ebraica creato artificiosamente dai governi israeliani a vantaggio di quest'ultima, pertanto la cultura arabo-palestiense verrebbe sradicata come nei migliori sogni erotici di Netanyahu.

Restiamo dunque dalla parte giusta della storia, usciamo dalla nostra zona confort occidentale e immedesimiamoci in un popolo condannato da quasi un secolo alla sofferenza, costretto a vedere i propri amici e i propri cari imprigionati o uccisi deliberatamente dall'entità sionista.

Sulle posizioni assunte da molti esponenti politici nostrani mi astengo dal commentare, provo grande vergogna e non mi sorprende che ancora una volta tra gli avanguardisti del suprematismo occidentale vi siano i traditori del Partito Democratico (altro che rinnovamento politico con Elly Schlein).

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