19 luglio di lotta e mestizia
Era un dovere morale presenziare alle manifestazioni del 18 e 19 luglio in ricordo di Paolo Borsellino.
Era un dovere morale presenziare soprattutto in questo annus horribilis per la lotta alle mafie e la giustizia sociale, tra ipocrisia e consensi trasversali sulla riforma Cartabia, l'isolamento di magistrati come Nicola Gratteri, Giuseppe Lombardo e Nino Di Matteo, la "scomunica" dell'antimafia militante da parte di esponenti politici quale ultimo Nello Musumeci, l'elezione a Palermo del sindaco Roberto Lagalla che raccoglie il preoccupante endorsement di condannati per mafia quali Totò Cuffaro e Marcello Dell'Utri.
Ho avuto il piacere di rivedere i ragazzi Our Voice e partecipare alla manifestazione "Ipocritamente Stato", ho ascoltato durante il convegno di Antimafia Duemila le illuminanti parole di Roberto Scarpinato sui fatti della mafia stragista e le verità ancora oggi mai risolte per depistaggi e compromissione di prove fondamentali.
Ho marciato sotto il sole cocente insieme ai militanti del Movimento delle Agende Rosse per poi raggiungere Via d'Amelio, dove Salvatore Borsellino ha recitato commosso la poesia "Giudice Paolo" di Marilena Monti.
Guardando un volto che non ho mai conosciuto, ho forse percepito per la prima volta nella mia vita la sensazione di guardare un familiare, un amico, il "giudice Paolo con gli occhi di miele e mestizia" descritto nella brillante e straziante poesia.
Un lottatore, un eroe di cui oggi è degno erede Nicola Gratteri.
Difendiamo questi eroi contemporanei e passati, perché un governo apparentemente impopolare sta esercitando una forte persuasione morale su di noi: ci sta invogliando a sottovalutare il fenomeno mafioso e a dimenticarci di loro.
Ne è una dimostrazione la totale assenza delle Istituzioni, persino di un pensiero del Presidente Draghi e della Ministra Cartabia, quando i servizi segreti d'oltreoceano denunciavano un imminente attentato nei confronti del procuratore Gratteri.
Questo è il più pericoloso regalo che si possa concedere alle mafie, alle carogne disoneste e meschine che condizionano le sorti della nostra terra e potrebbero presto decidere quando stroncare il respiro e il ricordo dei nostri eroi.