Dal Reggio Calabria Pride con furore!

Una grande partecipazione nonostante le notizie delle ultime settimane circa il rischio annullamento.

Un'esperienza intensa per la promozione di battaglie comuni, contestualmente al Pride: i banchetti per la raccolta firme contro l'autonomia differenziata promossi come Sinistra Italiana - Reggio Calabria e il sostegno alla causa palestinese.

Mi sono sentito in dovere di sventolare la bandiera della Palestina non solo per una questione di solidarietà, ma anche per contrastare la pochezza di chi ha voluto provocare il corteo esibendo la bandiera di Israele, oggi più che mai simbolo di genocidio, apartheid e crimini di guerra.

Un fatto increscioso già passato alla cronaca locale che ha inquinato una manifestazione apertamente schierata nel suo manifesto politico contro il genocidio a Gaza e in Cisgiordania.

Oltre i momenti salienti di questo Pride, una riflessione sul significato che deve assumere: una nuova frontiera dell'uguaglianza dove si superi una visione strettamente binaria dell'orientamento sessuale e della famiglia, dove si affermi il principio che "ci si innamora delle persone" risolvendo alla radice il problema delle discriminazioni.

E non esiste un percorso lineare verso il "progresso", ce lo insegna la storia, si passa dalle poesie omoerotiche di Saffo alla Controriforma cattolica senza neppure accorgersene, è per questo che dobbiamo vigilare sui nostri diritti - sia civili sia sociali - e mai darli per scontati o acquisiti.

E attenzione a non confondere tolleranza e accettazione, una persona LGBT+ non può compiere serenamente e in sicurezza molte delle azioni socialmente accettate da una coppia eterosessuale in un contesto pubblico.

Questo basta ad affermare che un problema di omotransfobia esiste, viene fintamente aggirato nascondendosi, va affrontato sia sul piano culturale con l'educazione sessuale e all'affettività sia con una legge contro l'omotransfobia, come il Ddl Zan ma anche un ampliamento dell'articolo 3 della Costituzione.