Boicottiamo il prodotto Twitter/X
La scelta di abbandonare massivamente Twitter/X, così come le dichiarazioni (insolitamente coraggiose) del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rappresentano uno dei rari e lodevoli sussulti di sovranità del nostro Paese.
Consapevoli che sulle piattaforme di Mark Zuckerberg esistono altre problematiche, tra cui una policy filosionista che rende difficile l'attivismo pro Palestina, parliamo di pericolosità ben inferiore rispetto a quanto accade nel "giardino" di Elon Musk.
Che la piattaforma Twitter/X fosse nelle mani di un folle visionario di estrema destra accelerazionista (se non capite "accelerazionista" vi basti "estrema destra") mi era già chiaro da tempo: Elon Musk non è nuovo a dichiarazioni eversive per mezzo social, basti pensare che solo alcuni anni fa minacciò il presidente boliviano Evo Morales commentando "we'll coup whoever we want", in risposta alla nazionalizzazione delle riserve di litio di cui la sua azienda Tesla aveva tanto bisogno.
Attenzione a non confondere "compagni" e "antisistema" con chi li scimmiotta giocando con le paure e il razzismo della gente, soprattutto quando trattasi di multimiliardari che difendono esclusivamente il proprio tornaconto.
Elon Musk non sarà mai Pavel Durov, fondatore di Telegram che offre realmente una piattaforma libera da censura e interferenze geopolitiche, tanto da essere inviso sia alla Russia di Putin (da cui è fuggito nel 2014) sia alla Commissione Europea.
Cerchiano dunque di distinguere chi difende la libertà d'espressione da chi la utilizza per scopi eversivi e personalistici, con pericolosa arroganza e una visione post-umanista della società le cui conseguenze sono in parte devastanti e in parte ancora ignote.
Per una volta quelli dell'establishment e dei salotti liberali hanno ragione: abbandonare la piattaforma Twitter/X significa difendere la democrazia e, potenzialmente, far crollare i profitti di un pericoloso multimiliardario.
Boicottiamo il prodotto Twitter/X.